Omelia di Lunedì 1 novembre 2021 - Festa di Tutti i Santi

Oggi è la festa di tutti i santi. Chi sono i santi? Non i santerellini... i santi? Quanti sono? Dove risiedono? In Cielo? Ad alcune di queste domande ha risposto la 1^ lettura della Messa, un brano tratto dall’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse. Dice: Udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo santo: una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Ecco i santi: sono una moltitudine e se ora sono in Cielo, è perché l’hanno meritato con una vita qui sulla terra vissuta nel gradimento di Dio. Sentite cosa dice un racconto ebraico.

Omelia di Domenica 31 ottobre 2021 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Amerai il tuo prossimo come te stesso. Sono alcune delle parole di Gesù ascoltate nel Vangelo. La frase ha 2 parti: ama il tuo prossimo e come ami te stesso.
> Parto da ama il prossimo tuo. Una cosa su cui non bisogna smettere di vigilare è verificare se quel che noi chiamiamo ‘amore’ lo è davvero. Ad esempio, un appello che io colgo nell’invito ad amare il prossimo da parte di Gesù, lo descrivo così: tu, per capire chi è davvero qualcuno, guardalo come tratta quelli di cui non ha bisogno. Proseguo: quanti sono i gesti di amore che compiamo solo per salvare la buona educazione! Quante volte diciamo parole di cortesia senza cortesia, parole di saluto senza calore, parole educate ma solo formali o gesti di amore senza amore!

Omelia di Domenica 24 ottobre 2021 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

E’ pieno di vita il Vangelo di questa S. Messa: ci offre un racconto piacevole, essenziale, vivo, pieno di movimento, di grida, di emozioni, fin di contestazioni.
1) E’ di scena un mendicante cieco che alla notizia del passaggio di Gesù lo chiama gridando: gli grida di avere pietà dei suoi occhi spenti. La gente cerca di zittirlo, ma lui non si scoraggia. E’ uno che non molla e alla faccia di chi lo vuole zitto zitto, lui grida ancor più forte. Deve alzare la voce per poter prevalere sul rumore che c’era tutt’intorno. D’altronde è così: quando è da una vita che sei disperato e d’improvviso sei innanzi a un’occasione che forse è l’occasione della tua vita, non badi alle buone maniere ma ti fai spazio con forza e ti fai sentire, a costo di essere maleducato o di indisporre qualcuno. E infatti se avete fatto caso, questo cieco è tutto esagerato: non parla, grida; non si toglie il mantello, lo getta; non si alza in piedi: balza in piedi.

Omelia di Domenica 17 ottobre 2021 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Quando andavo a catechismo, una delle domande che la catechista affrontava era: cos’è venuto a fare Gesù nel mondo? La risposta la troviamo nel Vangelo appena ascoltato, dove Gesù dice di sé: sono venuto a servire. Testualmente: il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire. Ma... servire chi? Servire cosa? Risposta: servire la nostra felicità, la nostra libertà, la nostra vocazione. Badate che a quei tempi nessuno pensava a un Dio così. Non era mai accaduto che un essere divino si definisse servitore. Gli interlocutori di Gesù dunque si trovarono spiazzati innanzi all’idea di Dio che avevano in testa e che diceva: Dio è il nostro padrone!

Omelia di Domenica 10 ottobre 2021 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Un tale gli corse incontro: così inizia il brano evangelico di questa domenica. Dice gli corse incontro. E’ un particolare bello: se era possibile andare da Gesù correndogli incontro, è segno che era un uomo accessibile, che non incuteva timore. A differenza delle persone altolocate, come oggi i ministri, i capi di Regione, i prelati... a Gesù era possibile accedere senza appuntamento e direttamente. Se venisse tra noi Mattarella, chi di noi gli correrebbe incontro per dirgli delle cose? Nessuno. Gli verrebbe impedito. A Gesù invece si poteva accedere senza sbarramenti né appuntamento. Non aveva la scorta. Perché sto sottolineando quest’aspetto secondario del Vangelo? Perché secondario non è. E voglio dire: sull’esempio di Gesù, noi siamo persone accessibili? Chi sta con noi si trova a proprio agio con noi? Badate che se siamo persone difficili o spigolose o polemiche o pettegole o supponenti, che han sempre da ridire, è chiaro che nessuno ci cerca, né ci frequenta, né c’invita a cena. E comprendiamo perché certe persone sono sole.  

Omelia di Domenica 3 ottobre 2021 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

E’ con un grido amaro che s’è aperta la 1^ lettura della Messa: non è bene che l’uomo sia solo! Pensate, il 1° male di cui si parla nella Bibbia non è il peccato ma la solitudine. E’ male che l’uomo sia solo, perché? Perché non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che sia felice da solo, nessuno che viva bene senza qualcuno accanto. 1^ lettura e Vangelo di questa S. Messa vengono a ricordarci che siamo stati creati per la relazione e non per la solitudine. Cos’è la felicità? E’ amore, nient’altro. Il Vangelo ci ha detto che una delle risposte alla solitudine ha nome ‘matrimonio’. Risentiamo le parole di Gesù: Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto. Provo a dire qualcosa su queste parole di Gesù.

Omelia di Domenica 26 settembre 2021 - XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Proviamo a lasciarci provocare dal botta e risposta tra l’apostolo Giovanni e Gesù, con cui si è aperto il Vangelo. «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non era dei nostri». E Gesù: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di noi è per noi». Sorprende che a fare questa domanda sia stato Giovanni, uno dei primi 4 apostoli e uno dei più intimi di Gesù. Cos’era successo?

Omelia di Domenica 19 settembre 2021 - XXV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Quanti spunti di riflessione ci consegna il Vangelo di questa S. Messa! Ne raccoglierò uno, che ci viene offerto da questa frase: per la strada gli apostoli avevano discusso di chi tra loro fosse il più grande. I discepoli cioè dibattevano su chi era il n° 1 agli occhi di Gesù, chi era il prediletto, il preferito. Al che Gesù risponde con le cose che abbiamo sentito. Prendiamole di petto allora queste parole: per la strada avevano discusso di chi tra loro fosse il più grande. Quanto riguardano anche noi queste parole! Quante volte si sente dire: chi è il migliore? Chi è che ha vinto? Chi è arrivato ultimo? Oppure, tra adolescenti: chi ci sa più fare con le ragazze? Chi di noi è il più gettonato? Sento dire a volte da qualche ragazzo: quando si deve decidere dove andare il sabato sera, si va sempre dove dice lui. Ma chi si crede? Il re?

Omelia di Domenica 12 settembre 2021 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

La gente chi dice che io sia? E voi, chi dite che io sia? Sono le 2 domande di Gesù agli apostoli, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire. Domande che sostanzialmente vogliono dire: io chi sono per voi? Cosa rappresento per voi ? Che idea vi siete fatti di me? Per voi sono ancora una priorità?
> Queste domande vanno bene anche per noi, perché Gesù non è come Gandhi o Alessandro Magno, i quali saran stati, certo, 2 grandi della storia, ma mai sognarono di presentarsi come inviati da Dio o salvatori dell’umanità. Gesù invece sì. Gesù venne perché di lui c’era assoluto bisogno. Soprattutto venne come salvatore, per trarre in salvo tutti da una vita insignificante, infelice e priva di senso. Quando noi parliamo di amore, senso della vita, libertà, felicità, indirettamente parliamo di Gesù, perché Gesù è esattamente venuto per darci queste cose. Ebbene, oggi 12 settembre, il Vangelo ci dà l’opportunità di tornare a porci la domanda delle domande: chi è Gesù?

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