Omelia di Domenica 3 dicembre 2023 - Prima Domenica di Avvento, Anno B

La lettura del Vangelo s’è chiusa con un invito di Gesù chiaro e accorato: Vegliate!
Sappiamo tutti cos’è il vegliare. Vegliare è stare svegli affinché niente di male possa capitare o perché tutto possa svolgersi per il meglio. Veglia l’innamorata che attende l’innamorato; veglia la madre che attende il figlio che tarda ad arrivare dalla discoteca; veglia la mamma sul proprio neonato; veglia la sentinella che scruta in attesa che affiori l’aurora; veglia l'infermiera accanto al malato; veglia il monaco durante la preghiera notturna.

Omelia di Domenica 26 novembre 2023 - XXXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

E’ davanti a noi una delle pagine più belle del Vangelo: ci dice che la vita nostra verrà giudicata sull’attenzione che avremo avuto, o non avuto, verso le persone più bisognose. Gesù fa degli esempi molto concreti e mette in campo sette fasce di persone (è un elenco non esaustivo, ma indicativo): affamati, assetati, stranieri, ignudi, malati, carcerati, morenti. E’ da qui che la Chiesa ha ricavato le sette opere di misericordia corporale (…). Per il Vangelo chi è lontano dal povero è lontano da Dio, chi è lontano dall’ammalato è lontano da Dio, chi ignora il bisognoso ignora Dio, chi colpisce il debole offende Dio. Un antico racconto ebraico dice: se un uomo chiede il tuo aiuto, non gli dire devotamente: ‘rivolgiti a Dio, abbi fiducia, deponi in Lui la tua tribolazione’ ma agisci come se non ci fosse Dio, come se in tutto il mondo ci fosse uno solo che può aiutare quell'uomo, tu solo.

Omelia di Domenica 19 novembre 2023 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Anche oggi, come domenica scorsa, la lettura del Vangelo ci mette davanti una parabola di Gesù.
E’ iniziata così: un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi: a uno diede 5 talenti, a un altro 2, a un altro 1, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Dunque, nessuno venne lasciato senza talenti, come a dire: nessuno è sprovvisto di doni, di qualità, di possibilità. Dio a tutti dà, anche se non alla stessa maniera.

Omelia di Domenica 12 novembre 2023 - XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Il Vangelo di questa domenica ci racconta una storia, la storia di dieci ragazze, le quali, torce accese in mano, sfidano la notte per andare verso la casa di un’amica che doveva sposarsi, per poi accompagnarla alla festa di nozze. Era un’usanza dei tempi di Gesù. Mi piace vedere in queste dieci ragazze con la torcia in mano, un messaggio con cui Dio ci invita a chiederci: Io sto portando luce a qualcuno? Il mio è un vivere acceso o spento?

Omelia di Domenica 29 ottobre 2023 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

In quest’ultima domenica di ottobre, troviamo sulla bocca di Gesù un invito accorato: AMERAI. E’ più di un invito, è l’annuncio di un modo di vivere, è una vocazione, una missione, il cuore di ogni esistenza.
> Un antico saggio orientale disse che se lui avesse avuto per un istante l’onnipotenza di Dio, l’unico miracolo che avrebbe compiuto sarebbe stato quello di ridare alle parole il loro significato originario. Se questo saggio fosse qui davanti a me l’abbraccerei di gioia perché in questo nostro tempo sta proprio accadendo che certe parole molto importanti vengano sempre più distorte e travisate.

Omelia di Domenica 22 ottobre 2023 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; così si è conclusa la lettura del Vangelo. Il nome ‘Cesare’ indicava lo Stato, per cui il senso è: anche i credenti devono adempiere verso lo Stato i doveri di tutti i cittadini, compresi quelli meno gradevoli come il pagamento delle tasse. Uno Stato senza la collaborazione dei cittadini va poco lontano. Gesù però, aggiungendo ma anche a Dio date quel che è di Dio, voleva precisare: pagate pure la tassa all’imperatore, ma non sacrificategli la vita. Perché? Ma perché Dio e non lo Stato è al primo posto.

Omelia di Domenica 15 ottobre 2023 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Come domenica scorsa, anche oggi è davanti a noi una parabola di Gesù. Nell’ascoltarla, balza agli occhi la tristezza di Dio, simboleggiato dal re di cui si parla. In quella città si sposava il figlio del re, l'erede al trono, ma nessuno intendeva andare alla festa, nessuno sembrava interessato. Quel re dunque, nel constatare che la sua sala sarebbe rimasta vuota, provò una fitta al cuore. Ma ugualmente non si diede per vinto e ce la mise tutta perché la sala della festa si riempisse.

Omelia di Domenica 8 ottobre 2023 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Due parole riassumono il Vangelo di questa domenica: portare frutto. Dico così perché la parabola evangelica che abbiamo ascoltato ha questo finale: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Nella simbologia di questa parabola la vigna è il mondo e coloro che la lavorano siamo noi, chiamati a coltivarla per farla fruttificare. Per il Vangelo il mondo appartiene a chi lo fa fiorire al meglio. Dio gioisce sempre quando nella sua vigna vede gente che sa far maturare grappoli di bene. Verremo giudicati in base alla fecondità o sterilità della nostra vita. Il guaio per tutti qual è?

Omelia di Domenica 1 ottobre 2023 - XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Quante volte abbiamo sulla bocca due paroline: e no. Bè, è di queste due paroline che il Vangelo di questa domenica ci parla. E lo fa raccontandoci una storia. C’è un contadino, papà di due figli maschi, il quale possiede una vigna grande. E’ autunno, il tempo di vendemmiare e quindi ai suoi figli dice di andare a vendemmiare. E cosa accade? Che uno gli dice sì ma poi non va, l’altro invece gli dice di no ma poi va. C’è dunque un sì che diventa no e un no che diventa sì. Proviamo a riflettere su questa cosa, che riguarda pure noi.