Omelia di Domenica 10 Maggio 2020 - V Domenica di Pasqua, Anno A
Questa mattina abbiamo davanti una delle pagine più belle del Vangelo, una pagina che ci porta all’ultima sera terrena di Gesù: il Signore è a cena coi suoi amici, i quali sono tristi per quanto sta per accadere al loro maestro. E’ per questo che il Signore rivolge loro parole cariche di tenerezza, fiducia, speranza. Provo a dire qualcosa su alcune delle affermazioni di Gesù.
> Le parole di apertura di Gesù sono state queste: Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Qui fede sta per fiducia. Gesù è come se avesse detto: abbiate fiducia in Dio e abbiate fiducia anche in me. La fede nella sua sostanza è fiducia, è fidarsi e affidarsi. E allora, solo se capiamo cos’è la fiducia riusciamo a farci un’idea giusta di fede.
Omelia di Domenica 26 Aprile 2020 - III Domenica di Pasqua, Anno A
Siamo nel pomeriggio del giorno di Pasqua, Gesù è appena risorto. Ci sono 2 suoi discepoli, in cammino verso casa. Sono delusi perché Gesù non è risorto, la notizia della risurrezione a loro non è ancora giunta. E cosa accade? Che Gesù stesso nelle vesti di un viandante forestiero si affianca a loro e con loro fa una lunga conversazione, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire.
1) Ho pensato di lasciarmi ispirare da 2 particolari del racconto. Il 1° > Quei 2 si fermarono, tristi. Il 2° > Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele! Gesù dunque coglie quei 2 in un momento di tristezza e di non speranza. Sappiamo però che poi ribalterà il loro stato d’animo. Pensate, nel giorno più gioioso della storia, quei 2 avevano l’umore a terra. Ora, lo sappiamo anche noi: tristezza e delusione, pur se comprensibili, non vanno d’accordo con l’atteggiamento cristiano. Pensate alle parole di tono opposto del re Davide, ce le ha riferite la 1^ lettura: si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua. Vi racconto un episodio.